LIVORNO – Angelica Malinconico ha due caratteristiche che non si trovano tutti i giorni tra i marittimi: è giovane ed è donna. Ed è anche mamma.
Ma la sua età non è sinonimo di inesperienza. Anzi. Ufficiale di coperta, ha mosso i primi passi nel mondo del mare a Livorno, seguendo le orme del padre e affiancando quelle del fratello e poi del compagno.
Ma non subito. Angelica Malinconico infatti non si è diplomata all’istituto nautico della città labronica, dove è cresciuta, ma dopo la maturità scientifica ha intrapreso il percorso che l’ha portata a bordo, inizialmente di navi Costa crociere.
Poi da lì una rapida carriera per arrivare a diventare comandante dei traghetti Moby e delle navi cisterna.
Un panorama ampio nella sua esperienza che riesce a portare avanti con un figlio di due anni: “A chi mi ha chiesto come avrei fatto una volta diventata mamma ho risposto: perchè non rivolgete la stessa domanda a suo padre, anche lui imbarcato?”
Ma Angelica Malinconico non si è fatta intimorire e suo figlio, dopo aver passato già alcuni mesi in crociera, presto la accompagnerà in un altro imbarco.
E lei è la dimostrazione di come il settore dello shipping e dei marittimi si sia evoluto nel corso degli ultimi decenni, quando, appena trent’anni fa le donne potevano aspirare al massimo a un posto come cameriera sulle navi, ruolo non da sminuire, ma limitativo per chi come Angelica Malinconico, sognava di entrare in plancia di comando e guidare una nave fuori e dentro i porti.
Ed è il mare la sua casa: “C’è anche un po’ di egoismo nel mio partire, è come lasciare i pensieri a terra e vivere solo di mare e cielo”.
Questo non significa che il suo sia un lavoro semplice, ma la passione vince su qualsiasi turno estenuante e tempo lontano da casa.
E se tornasse indietro rifarebbe tutto da capo.
Lei che in Italia è ancora una mosca bianca, ammette però che, nonostante ci siano state difficoltà, non ha vissuto disparità di genere nella sua carriera: “Devo ammettere che come donna devi dare 1000 per ottenere 100, cosa che magari non succede ai colleghi maschi, ma non ho trovato grandi ostacoli. Uno dei momenti più belli che ricordo è proprio quando per la prima volta il comandante mi incaricò di far uscire la nostra nave dal porto di Barcellona. È sicuro? Chiesi. Sì, era sicuro”.
E da lì non si è più fermata.
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