Da Federagenti il monito sul rischio delle guerre sugli scambi marittimi

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ROMA - Per chi come Federagenti opera nel campo dei traffici marittimi e dell’interscambio mondiale via mare, nomi come Odessa, Chornomorsk, Bab-El-Mandeb, Ashdod, Stretto di Taiwan, Kherson, Bosforo e Dardanelli, Suez non sono solo posti lontani nell'immaginario. Se, denuncia la federazione, “in un Occidente, in un’Europa e in un’Italia cronicamente distratti, al punto che anche la “guerra in casa”, quella in Ucraina, ha perso gli onori delle prime pagine, questi nomi di porti sparsi nel mondo sono altrettanto punte dell’iceberg di conflitti e di guerre, sempre meno locali e sempre più globali che stanno impattando su nodi strategici del commercio mondiale dal Mediterraneo all’Africa occidentale e orientale, dal Mar Nero al Mare della Cina, dal Centro America al Sud Est asiatico, alla Corea”. Proprio in queste aree e in particolare in questi porti, sottolinea il presidente Abbonati Effettua il login
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