MILANO - L'industria del mare in Italia vale il 3% dell'economia nazionale con 42 miliardi di euro di valore aggiunto e 3,7 di export, ma dimostra una maggior capacità di resilienza del resto dell'economia nonostante la congiuntura negativa, come attesta il Rapporto Unioncamere sull'Economia del mare 2016. Trasporti e cantieristica (il 18% e il 15% del totale) rivelano il moltiplicatore economico più alto dell'intera Blue Economy, con rispettivamente il 2,8% e 2,4%, mentre il Mezzogiorno (e la Sicilia in particolare) è l'area geografica in cui questa dimostra la massima incidenza sul totale dell'economia del territorio, col 5,4%.
In uno scenario del genere, che prefigura grandi opportunità di sviluppo, è ancora più urgente mettere a punto nuove strategie per consolidare e rilanciare definitivamente il settore, e i carburanti alternativi al petrolio si stanno dimostrando un'eccezionale leva di innovazione per le flotte marittime nazi...
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