Grecia, dal 1° luglio scattata la “cruise tax”: 20 euro a passeggero

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ATENE – Con l’entrata in vigore della legge 5162/2024, la Grecia ha inaugurato la prima tassa di sbarco dedicata ai crocieristi: 20 euro a passeggero in alta stagione (1 giugno-30 settembre) per gli scali di Santorini e Mykonos, 5 euro per gli altri approdi; 12 euro e 3 euro nei mesi di spalla (aprile-maggio, ottobre); 4 euro e 1 euro in inverno. Il prelievo – incassato dalle compagnie e riversato allo Stato – è già confluito nei biglietti emessi per le rotte estive, evitando esborsi aggiuntivi in banchina.

Overtourism, clima e finanza pubblica

Sul banco degli imputati c’è il sovraffollamento delle due isole-icona dell’Egeo, che nel 2023 hanno accolto quasi 2,5 milioni di crocieristi complessivi. Secondo Atene, il nuovo tributo servirà a finanziare porti, reti idriche e gestione dei rifiuti, oltre a un fondo per la resilienza climatica istituito dopo i disastri della tempesta Daniel. Il ministero della Marina stima gettiti fra 50 e 100 milioni di euro l’anno; il premier Kyriakos Mitsotakis parla di “destinazioni non strutturalmente sature, ma sotto pressione in settimane mirate, che vanno protette”.

Prime reazioni del cluster crocieristico

Nel giorno del debutto quattro navi con 8.400 passeggeri hanno attraccato a Santorini senza registrare cancellazioni, segno che la tariffa – assorbita nei pacchetti – non scoraggia l’utenza. L’associazione CLIA, pur collaborando alla riscossione, teme però “un effetto domino” su costi operativi e rotte del Mediterraneo orientale; gli armatori elogiati al Pireo per la puntualità nei versamenti chiedono ora certezze sul reinvestimento locale delle entrate.

L’intervento fiscale greco si affianca all’aumento delle imposte sugli affitti brevi e alla moratoria sulle nuove licenze Airbnb ad Atene: misure convergenti in un disegno che lega sostenibilità turistica, protezione del patrimonio insulare e reperimento di risorse per la transizione verde. Il Mediterraneo osserva: Venezia ha già introdotto il contributo d’accesso; Barcellona e Lisbona studiano limiti analoghi. Per gli operatori marittimi italiani, specie quelli attivi nei collegamenti Adriatico-Egeo, si apre una fase di analisi su costi, itinerari e negoziazioni tariffarie con i porti ellenici.

margiotta
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Tags: Turismo e crociere

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