

HONG KONG– A partire dal 27 aprile 2025, Hong kong Post interromperà l’accettazione di spedizioni aeree contenenti merci destinate agli Stati Uniti, a causa delle nuove misure doganali introdotte da Washington. La decisione arriva in risposta all’abolizione da parte del governo statunitense dell’esenzione “de minimis”, che fino ad oggi permetteva l’ingresso negli USA di pacchi dal valore inferiore a 800 dollari senza dazi.
Dal 2 maggio, ogni spedizione commerciale diretta verso gli Stati Uniti sarà infatti soggetta a nuove tariffe doganali fino al 120%, una misura che Hong kong Post ha definito “abusiva” e “irragionevole”, rifiutandosi di continuare a raccogliere dazi per conto del sistema doganale statunitense. Rimarrà operativa solo la posta contenente documenti non commerciali, mentre sono sospesi sia il servizio via mare (già interrotto) che quello aereo.
La notizia ha già sollevato preoccupazioni in tutto il comparto logistico e del commercio internazionale, data l’importanza di Hong Kong come snodo strategico per il traffico merci nell’Asia-Pacifico. Settori come l’e-commerce, l’abbigliamento fast fashion, la componentistica elettronica e la distribuzione di prodotti leggeri subiranno l’impatto più immediato, con aziende che si affidavano al canale postale per spedizioni rapide e a basso costo ora costrette a rivedere le proprie strategie logistiche e doganali.
Hong Kong, che l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) riconosce come territorio doganale separato dalla Cina, ha espresso forte disapprovazione per le nuove tariffe. Il governo della Regione Amministrativa Speciale ha annunciato di star valutando azioni legali a tutela dei propri interessi commerciali, incluso il possibile ricorso all’OMC.
Secondo gli osservatori, si tratta dell’ennesimo segnale del crescente irrigidimento nei rapporti tra Stati Uniti e Cina, in cui anche Hong Kong viene sempre più coinvolta. Le ricadute sul settore shipping & logistics sono immediate: interruzioni nelle catene di approvvigionamento, aumento dei costi di trasporto e necessità di trovare rotte alternative per il flusso merci verso il mercato statunitense.
Per gli operatori italiani ed europei del trasporto marittimo e della logistica, la situazione offre una duplice prospettiva: da un lato un rischio di congestione e aumento dei costi nella rete globale, dall’altro opportunità di riorientamento dei flussi su altri hub asiatici o direttamente via nave, bypassando il sistema postale tradizionale, la notizia rappresenta un segnale chiaro: la logistica globale, già sotto pressione, deve prepararsi a un nuovo ciclo di adattamenti e riposizionamenti.
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