ROMA - Non basta essere utilizzati per il 53% dell’import - export del sistema Paese, essere terzi in Europa per movimentazione delle merci e secondi per i passeggeri. Non basta neppure realizzare un valore della produzione per oltre 6,5 miliardi. Per l’Italia i porti continuano ad essere una sorta di optional e tutti gli ultimi provvedimenti di tipo normativo e finanziario li condannano a un declino inesorabile. Questi i dati sulla base dei quali Assoporti (l’associazione nazionale che riunisce le Autorità portuali), lancia un vero e proprio j’accuse e al tempo stesso un guanto di sfida al Parlamento e al Governo che scaturiranno dalle prossime elezioni chiedendo l’immediata attuazione di una serie di provvedimenti di reale emergenza e specialmente una brusca inversione di rotta rispetto all’approccio di cronico disinteresse e di colpevole sottovalutazione dell’importanza del settore, vittima di una carenza di visione strategica, di misure che hanno mortificato il ruolo delle Au...
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