La Guardia Costiera è impegnata in un’attività di vigilanza e tutela ambientale costante, che esercita in virtù delle specifiche attribuzioni riconosciute dal legislatore e in regime di dipendenza funzionale dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – MASE, che va dal contrasto agli inquinamenti marini, alla vigilanza sulle aree marine protette, all’attività ispettiva in materia di gestione dei rifiuti delle navi, nonché delle piattaforme off-shore, allo scopo di prevenirne l’immissione in mare.
Tale attività viene assicurata dalla Guardia Costiera tramite la Centrale Operativa del Comando Generale, i Comandi territoriali, i mezzi aeronavali e le figure specialistiche (Nuclei subacquei e Laboratori Ambientali Mobili – L.A.M.), nonché con il supporto di sistemi di sorveglianza satellitare in collaborazione con l’Agenzia Europea di Sicurezza Marittima (EMSA), con un costante confronto con il MASE, assicurato dal Reparto Ambientale Marino del Corpo, in linea con le direttive e gli obiettivi strategici del predetto Dicastero.
La Guardia Costiera, inoltre, partecipa attivamente alla implementazione di norme e regolamenti a livello nazionale e internazionale, che disciplinano aspetti di rilievo come la gestione dei rifiuti delle navi e nei porti, nonché il trasporto di merci pericolose e inquinanti.
Tra queste iniziative, si segnalano il recepimento della Direttiva UE 883/2019 sui rifiuti delle navi, i lavori dell’IMO (International Maritime Organization) sulle emissioni di gas climalteranti, e l’imminente entrata in vigore della Convenzione internazionale sulle acque di zavorra.
In particolare, la Direttiva UE 883/2019 è stata recepita dal D.Lgs. 197/2021 – come emendato – e costituisce un importante strumento per la gestione dei rifiuti provenienti dalle navi, ivi inclusi i residui del carico. Il sistema Italia è stato recentemente oggetto di un audit condotto dall’EMSA, quale importante momento di verifica e miglioramento e che ha visto in sinergia il MASE con il Comando generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera tramite il proprio Reparto Ambientale Marino, le Autorità di Sistema portuale interessate (Olbia, Civitavecchia e Livorno) e le Autorità marittime, nel ruolo di Autorità competenti per l’implementazione della Direttiva nei porti minori.
Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, l’Italia ha promosso la costituzione di un’area a emissioni solforose controllate (MED-SOx SECA) in tutto il Mediterraneo. Nata dalla Convenzione di Barcellona e approvata in sede IMO per l’emendamento della Convenzione MARPOL (Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato dalle navi), sarà effettivamente implementata a partire da Maggio di quest’anno e imporrà l’uso di carburanti a basso tenore di zolfo. L’adozione della SECA (Sulphur Emission Control Area) comporterà una significativa riduzione delle emissioni marittime, allineandosi con l’agenda per la decarbonizzazione globale e la neutralità climatica.
Per la tutela della biodiversità e degli ecosistemi marini è stata istituita una recente Area Marittima Particolarmente Sensibile (Particularly Sensitive Sea Area – PSSA) nel Mediterraneo nord-occidentale, su proposta di Francia, Italia, Spagna e Principato di Monaco in sede IMO. In questa area saranno raccomandate misure come la riduzione della velocità e la valorizzazione della presenza di grandi cetacei per minimizzare i rischi di collisioni. Oltre a ridurre le emissioni, questa iniziativa aiuterà anche a diminuire i rumori sottomarini, fattore di disturbo per i cetacei della zona. La Guardia Costiera, d’intesa con il MASE, sta coordinando il gruppo di lavoro per attuare concretamente queste misure, ad esempio utilizzando un applicativo AIS (Automatic Identification System) del Comando generale della Guardia Costiera, per riportare automaticamente gli avvistamenti sui sistemi di cartografica elettronica di bordo.
La tutela dell’ecosistema include la prevenzione e risposta agli inquinamenti marini, con una sinergia sempre più stretta tra la Guardia Costiera italiana e l’EMSA. Quest’ultima fornisce supporti come monitoraggio satellitare, analisi degli inquinamenti, droni, consulenza per inquinamenti chimici e modelli di previsione, ma soprattutto un servizio di stand-by vessels e di stockpile (uno dei quali collocato a Ravenna) con dotazioni peculiari anche per inquinamenti prossimi alla costa.
Peraltro, il MASE implementa il Piano nazionale di pronto intervento per la difesa del mare e delle zone costiere, declinato territorialmente nei Piani operativi di pronto intervento locali, adottati dalle articolazioni territoriali della Guardia Costiera.
Last but not least, siamo costantemente impegnati in attività ispettive e certificative per gli aspetti ambientali. A tal fine, la Guardia Costiera – tramite corsi specifici – forma personale specializzato (ispettori ambientali) nella tutela dell’ambiente e nella gestione delle attività connesse, dalla polizia ambientale alla gestione delle emergenze, ai controlli sui rifiuti e sulle emissioni, collaborando con altri enti nelle operazioni complesse. Un esempio è il recente incendio su una piattaforma petrolifera in Adriatico, dove la pronta reazione e l’applicazione del Piano operativo locale hanno evitato minacce all’ambiente marino nel delicato tratto di mare.