La ricetta di Giachino per il successo del Paese

Giachino porti

GENOVA – Mino Giachino, il non dimenticato, attivissimo sottosegretario al ministero dei Trasporti e navigazione retto da Altero Matteoli, che qualcuno ha enfaticamente, ma non immeritatamente definito l’apostolo del Tav e del sostegno incondizionato alla crescita infrastrutturale del Paese, non è certo mancato alla posa della prima pietra della nuova diga foranea di Genova, tanto a lungo sospirata.

La Superba, che, grazie anche ai fondi del Pnrr nutre giustificate e fondate ambizioni di essere il primo porto in ambito mediterraneo, una volta ultimata la grande opera espanderà notevolmente le proprie possibilità di attrarre traffici marittimi – si parla di un buon 50% in più – e potrà scalare le classifiche europee assecondando al meglio anche i piani di sviluppo dei massimi operatori mondiali, a partire da Msc e Hapag Lloyd.

Va da sé che ad avvantaggiarsi della grande infrastruttura portuale, non saranno soltanto Genova e la Liguria, essa è destinata a proiettare i suoi effetti positivi in tutto il Nord Italia e nel resto del Paese. A trarne per primo i maggiori benefici sarà quello che un tempo era conosciuto come il triangolo industriale e che oggi, anche per il fenomeno delle delocalizzazioni, è ridotto a crescere meno della media nazionale. Il rilancio di quelle aree – secondo Giachino – rimane legato a doppio filo con la vexata quaestio della realizzazione della Tav.

A sostegno delle proprie convinzioni, l’ex sottosegretario ricorda le spinte impresse all’economia italiana da opere come il traforo del Frejus, dalle scelte operate da Alcide De Gasperi in politica internazionale, corroborate dai fondi del piano Marshall, dalla costruzione delle autostrade e dei trafori alpini, dal piano casa di Fanfani e dallo straordinario coraggio e dalla capacità imprenditoriale dei nostri grandi capitani di industria.

Lo “stato di grazia” si interruppe – secondo Giachino – nella metà degli anni ‘70 del ‘900 con il blocco allo sviluppo della rete autostradale, con la svendita sciagurata delle partecipazioni statali (Prodi), con lo spezzatino delle telecomunicazioni e con la dismissione della chimica e della grande industria informatica, in cui avevamo addirittura primeggiato nel mondo prima dello smantellamento della Olivetti (De Benedetti). Tali fenomeni, più procurati che fatali, ebbero come effetto il precipizio del Pil e la crescita vertiginosa del debito pubblico che continua dilatarsi senza freno.

Per Giachino il trampolino per la terza palingenesi si fonda sulle infrastrutture e sulla logistica e Genova, che sarà messa in condizione di ricevere navi da 20 mila Teus ed oltre, con i suoi centomila posti di lavoro stimati nell’indotto, è chiamata a svolgere il ruolo di capofila ed avrà bisogno di poter contare su una rete viaria e ferroviaria più moderna ed efficiente che la colleghi con il resto del vecchio continente. Con il completamento del corridoio Genova-Rotterdam e di quello che dal fondo della Spagna si spingerà fin oltre Budapest, il  Nord-Ovest italiano, di fatto diventerà, il perno della grande area logistica del Sud Europa ed avrà tutte le carte in regola per attrarre traffici commerciali, turistici e investimenti esteri.

In una prima fase si potrà recuperare quel milione di container diretti in Italia che oggi, la nostra inadeguatezza logistica, infrastrutturale e, soprattutto, viaria e ferroviaria, rende più vantaggioso scaricare nei porti del Nord Europa . Si tratta di un gioco per il quale, in termini di Pil, paghiamo un costo di almeno 6 miliardi, con tutta la relativa mole di posti di lavoro.

Se riusciremo a fare di Genova il polo per i traffici diretti verso la Svizzera e la Germania meridionale potremo guadagnare almeno un punto di Pil all’anno e offrire un lavoro a migliaia di persone in varie regioni.

Ecco perché – conclude Giachino, rivolgendosi ai ministri Salvini e Fitto, presenti a Genova per il via alla nuova diga – la battaglia per le infrastrutture e la logistica è di fondamentale interesse per il Nord Ovest e per l’intera Italia; per questo sarà indispensabile coinvolgere le associazioni industriali che producono e movimentano le merci e che oggi continuano eroicamente a lavorare non ostante la nostra carenza infrastrutturale e logistica insistendo nel chiedere alla politica quel salto di qualità e di competenza nelle scelte che la nostra Italia attende invano da decenni.

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Tags: Logistica

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