Il PNS rappresenta un modello inedito di collaborazione tra ricerca, industria e difesa
LA SPEZIA – Innovazione, sicurezza e controllo dei fondali marini sono stati al centro dell’incontro promosso dal Propeller Club dei porti della Spezia e di Marina di Carrara, che ha ospitato presso il PIN ai Giardini Pubblici la presentazione del Polo Nazionale della Subacquea. All’iniziativa, che ha richiamato oltre cento partecipanti tra autorità civili e militari, sono intervenuti l’Ammiraglio Cristiano Nervi, direttore del Polo, e la senatrice Roberta Pinotti, presidente della Fondazione.

Il Polo rappresenta un modello inedito di collaborazione tra ricerca, industria e difesa, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie italiane per esplorare, monitorare e proteggere la dimensione subacquea, un dominio strategico tanto quanto lo spazio o il cyberspazio.
“L’underwater è lo spazio di 65 anni fa: un ambiente tutto da scoprire”, ha sottolineato l’Ammiraglio Nervi, ricordando che solo il 27% dei fondali oceanici è attualmente mappato.
Sotto la superficie del mare si nasconde infatti un mondo cruciale per la sicurezza e l’economia globale: cavi sottomarini che veicolano il 99% delle comunicazioni internazionali, condotte energetiche, dorsali dati e risorse minerali ancora in gran parte inesplorate.
In questo contesto, il Polo punta a garantire la protezione delle infrastrutture subacquee e dei principali “check points” marittimi, attraverso lo sviluppo di reti di sensori, sistemi di comando e controllo (C2) e veicoli multifunzione capaci di operare fino a 3.000 metri di profondità.
La scelta di La Spezia come sede non è casuale: la città vanta una lunga tradizione nel settore marittimo, industriale e militare, e si conferma epicentro della tecnologia del mare italiana. Nei prossimi mesi sono previsti bandi per circa 180 milioni di euro, destinati a stimolare la partecipazione delle imprese locali e nazionali in un ecosistema in rapida crescita.

L’iniziativa del Polo segna così una nuova stagione per la “blue economy” italiana, in cui innovazione scientifica, autonomia tecnologica e sicurezza si intrecciano per trasformare la ricerca subacquea in capacità operativa concreta.
Un passo decisivo affinché l’Italia non solo custodisca, ma governi in prima persona la nuova frontiera sommersa del XXI secolo.
Resta aggiornato su tutte le notizie dal mondo del trasporto e della logistica