L’arte e la fisica per raccontare l’industria

Due interventi particolari agli 80 anni di Confindustria La Spezia

LA SPEZIA – Massimo Temporelli e Benedetta Colombo sono stati i due ospiti che hanno reso l’evento per gli ottant’anni di Confindustria La Spezia particolare.

Fisico e professore di antropologia il primo, divulgatrice e influencer di storia dell’arte la seconda, hanno dato un taglio particolare alla storia dell’industria spezzina.
Temporelli ha ripercorso alcune tappe della storia della città che ne testimoniano l’importanza in campo tecnico e innovativo.
“La Spezia può vantare due primati importanti” ha detto.
Il primo è quello del 1854: qui è stato posato il primo cavo sottomarino telegrafico che collegava la città alla Corsica e considerando quanto oggi la comunicazione subacquea sia importante, è facile capire la portate di quel gesto”.
Poi, nel 1897 è Guglielmo Marconi a fare l’impresa nella città ligure: “Io lo considero uno startupper, non un inventore, ma un imprenditore che trasforma la comunicazione via cavo in industria. E qui sperimenta la prima comunicazione mondiale tra terra e nave, dando il via a una nuova era di sicurezza in mare”.
Poi l’arsenale militare dà il via a una serie di innovazioni, facendone un vero e proprio booster per il territorio che diventa nel tempo una piattaforma in grado di mettere in rete industrie presenti e nascenti.
“Oggi il Polo nazionale della subacquea -chiude Temporelli- può diventare un nuovo arsenale per far crescere il territorio”.

L’arte come motore dell’industria

Con Benedetta Colombo divulgatrice e influencer con Artefacile l’attenzione passa all’arte, in particolare guardando al Futurismo: “Il manifesto si basa sull’industria, sulla velocità e sul futuro. E anche a La Spezia le due cose si incontrano”.
L’arte parla del mondo e quindi anche del lavoro e insieme diventano immaginario di quello che si può realizzare “entrambe fondamentali per la vita e la società”.
“Il Futurismo si è sviluppato in tutte le città italiane industriali e la Spezia non fa eccezione. Oggi la città continua a essere una città industriale e quindi continua a poggiare le proprie radici e il proprio fondamento su questa parte della vita. Ed è importantissimo non dimenticare e credo che la Spezia non lo dimentichi, quanto questo sia importante e quanto questo intacchi tutte le cose lontane, l’educazione, ma anche l’arte”.

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Tags: Economia

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