LIVORNO – Il porto di Livorno si classifica al secondo posto nella classifica dei sequestri di droga nel 2024, subito dopo Gioia Tauro.
Un triste primato presentato durante la conferenza stampa congiunta tra Guardia di Finanza e Agenzie delle dogane e dei monopoli della città, dal quale sono emersi i dati: 413 chilogrammi di cocaina, prevalentemente dal Sud America,130 di marijuana, con un forte arrivo dalla Sardegna, 3 di eroina e 2 di hashish nell’anno passato.
L’ultima operazione congiunta, presentata oggi dal Direttore dell’Ufficio delle Dogane di Livorno Giovanni Parisi e dal Comandante provinciale della GdF Colonnello Cesare Antuofermo insieme al tenente colonnello Luigi Mennella e al responsabile Adm Francesco Rapisarda, ha dato un bel colpo alla criminalità organizzata con il sequestro di oltre 217 chilogrammi di cocaina purissima, una quantità importante, suddivisa in quasi 200 panetti.
Una partita che, con le 600 mila dosi circa che si sarebbero ottenute una volta tagliata la cocaina, avrebbe portato nelle casse dei malviventi qualcosa come oltre 50 milioni di euro.
I panetti di “polvere bianca” erano nascosti all’interno di un container contenente legname, sbarcato da una nave cargo proveniente dal Sud-America, dal Cile per la precisione, dove si sta sviluppando una vera e propria “logistica” della droga con lo stoccaggio dalla Bolivia, dal Perù e dalla Colombia.
Come sempre, è stata una serie di elementi a mettere in allarme gli operatori che dopo un attento scambio di dati hanno intercettato il container e ritrovato sei borsoni con la cocaina tolta così dalla strada.
“Un grammo di cocaina costa oggi circa 80 euro nel mondo dello spaccio -spiega il tenente colonnello Mennella– e questo stupefacente in particolare è settore di “investimento” per la criminalità organizzata perchè molto redditizio”.
“Vorrei sottolineare -ha detto il Colonnello Antuofermo– che questa partita di droga, come succede quasi sempre in questi casi, non si sarebbe fermata in città ma avrebbe probabilmente proseguito per la Calabria”.
I dettagli dell’operazione non possono essere resi ancora pubblici perchè sottoposti ad indagine, ma quello che viene confermata è la scelta dello scalo labronico per i narcotrafficanti, scelta dovuta alla sua posizione ideale come sbocco sia per l’Italia che per il Nord Europa, le sue rotte, il volume importante di traffici e i grandi terminal.
Il contrasto a tale tipo di reato è quindi attività importante che, ha detto Parisi “lega Adm e Gdf da anni, con una sua ufficializzazione con il Protocollo del 2023 che vede un rapporto quotidiano di scambio di informazioni giornaliero (e notturno) sul traffico passeggeri, veicoli e merci del porto”, quello che il tenente Antuofermo definisce “modello Livorno”.
Spesso i criminali provano a eludere i controlli con sigilli perfettamente clonati o comprati su un mercato ormai diffuso che porta un singolo sigillo a costare dai 500 ai 600 dollari: “La bravura è proprio quella -sottolinea Rapisarda– non farsi ingannare da un sigillo integro ma andare avanti quando i dati incrociati e altri elementi fanno pensare a un possibile carico illegale”.
Lo stupefacente, dopo essere stato campionato ed analizzato dal laboratorio della locale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, verrà distrutto presso un inceneritore.
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