Marinedi: il network italiano dei Marina

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ROMA – Fondata nel 2013, Marinedi si pone come leader nel settore dello sviluppo e della gestione di porti turistici in Italia e nel Mediterraneo, vantando la principale rete di porti turistici in continua espansione nel Mediterraneo. Attualmente, la rete comprende oltre 5.700 posti barca in 15 porti italiani.
Renato Marconi, amministratore delegato di Marinedi Group ce ne dice di più.

Quali sono i vostri punti di forza? Quali i prossimi sviluppi?

Il nostro gruppo punta molto sull’attenzione alla qualità: tutti i Marina della rete offrono infatti lo stesso livello di servizi e gli stessi standard qualitativi garantiti dall’appartenenza a Marinedi, secondo la filosofia “one brand, one standard”: servizi dedicati, tariffe di ormeggio trasparenti e personale altamente professionale e preparato.
Il nostro Gruppo è coinvolto in numerose iniziative nella regione mediterranea, con progetti del network in diversi stadi di sviluppo. Oltre a gestire i Marina già operativi o in costruzione, il Gruppo Marinedi si impegna a identificare continuamente nuovi siti portuali per espansione, ampliamento e miglioramento.

Quale è oggi il mercato dei Marina, soprattutto dopo il Covid?

Come ormai assodato, il Covid si è rivelato un evento che ha fatto riscoprire, almeno in Italia, un certo amore per la vela e per la nautica in generale. L’imbarcazione vista come luogo dove isolarsi in serenità con famiglia ed amici è stata preferita a spiagge o alberghi affollati. Questa sensazione si è rivelata anche negli anni successivi portando ad una maggiore frequentazione in barca delle coste nazionali ed in generale mediterranee.
I porti turistici debbono cogliere al meglio questo trend positivo migliorando gli standard di servizio, l’accoglienza e la sicurezza.
Il Gruppo Marinedi da questo punto di vista si pone come antesignano e promotore di nuove opportunità per il diportista.

Quali sono le professioni richieste per gestire un Marina?

Il Marina si pone a metà strada fra un albergo a cinque stelle ed un porto tradizionale. Pertanto le professionalità richieste per lo svolgimento delle attività di accoglienza al diportista sono molteplici e normalmente difficili da trovare già formate.
Al direttore di un porto turistico vengono chieste, per esempio, qualità tipiche di un comandante di nave ma anche quelle di un direttore d’albergo. Così per tutti gli altri dipendenti sono fondamentali le doti marinare e le capacità manutentive, ma non disgiunte da educazione e disponibilità ad un rapporto cordiale e gentile con la clientela. Tali caratteristiche multifunzionali fanno sì che la formazione del nostro personale avvenga “on the job” nel corso dei primi anni di attività.
Lo staff di un Marina, formatosi dopo anni di selezioni ed esperienze, rappresenta perciò il principale valore aggiunto dell’azienda ed il miglior biglietto da visita per una clientela sempre più esigente, numerosa e proveniente da decine di Paesi diversi.

Il Gruppo è impegnato in progetti di sostenibilità ambientale?

Lo scorso anno abbiamo presentato il nuovo programma quinquennale di approvvigionamento energetico autonomo con fonti rinnovabili del nostro Gruppo con l’obiettivo di rendere più autonomi e sostenibili i porti turistici della rete Marinedi sfruttando le fonti rinnovabili, pulite ed autoprodotte. Il programma è finalizzato anche a ridurre in modo significativo altri inquinanti da combustione che sono la causa principale del deterioramento della qualità dell’aria nelle località portuali, aumentando la dinamicità e la competitività del sistema portuale italiano, in un’ottica di riduzione delle emissioni climalteranti.

Nello specifico il programma prevede la produzione di energia da fonti rinnovabili (mini-eolico, solare termico e fotovoltaico…), l’efficienza energetica degli edifici portuali, l’efficienza energetica dei sistemi di illuminazione pubblica, l’utilizzo di mezzi di trasporto elettrici (monopattini, bici a pedalata assistita, auto elettriche), interventi sulle infrastrutture energetiche portuali non efficienti, la realizzazione di infrastrutture per l’utilizzo dell’elettricità e la riduzione delle emissioni inquinanti delle imbarcazioni in banchina.

Inoltre, in molti Marina del gruppo (Marina dei Presìdi Porto Ercole, Marina di Cagliari, Marina di Procida, Marina di Vieste) sono stati posizionati i Seabin, i cestini galleggianti mangiarifiuti, che permettono di catturare microplastiche e altri residui. Nel Marina di Villasimius si sta testando un drone che si sposta sulla superficie acquea e cattura rifiuti e sostanze galleggianti, oltre ad un drone subacqueo in grado di identificare e catturare rifiuti sul fondo del mare ed un transcollector, da posizionare su banchine fisse o mobili, caratterizzato da una maggior capacità di raccolta, sino a 100 Kg di rifiuti.

Marinedi ha stretto una partnership con Aqua superPower per creare infrastrutture marine di ricarica rapida che favoriscano la transizione alla nautica elettrica. Il Marina di Brindisi ha visto l’installazione delle prime postazioni di ricarica rapida (22kW in corrente alternata fino a 150kW in corrente continua sia per le imbarcazioni da diporto che per quelle commerciali).

Inoltre, nella nostra rete, viene sollecitato l’utilizzo di vernici e sistemi antivegetativi sulle carene, che siano di minor impatto possibile sull’ecosistema marino e viene promosso l’utilizzo di prodotti che riducano la presenza di questi biocidi o l’uso di sistemi meccanici, come le speciali pellicole, che impediscono l’attecchimento dei vegetali marini, prive di sostanze inquinanti e tossiche.

Italia: quale è la visione della nautica da diporto? Un lusso o un modo di vivere diversamente il mare? E cosa chiedono oggi i diportisti? Solo un posto barca o anche servizi connessi?

In generale la nautica nel Mediterraneo sta rapidamente evolvendo ed in Italia tale evoluzione è ancora più rapida.
Le imbarcazioni superiori ai 10 metri (ovvero quelle immatricolate) diminuiscono di numero così come gli armatori esclusivi di queste imbarcazioni. Si sviluppa il charter nautico di imbarcazioni a vela ma anche a motore di grandi dimensioni ed anche la proprietà condivisa fra 3-4 amici di una stessa imbarcazione. Questa tendenza rappresenta il nuovo orizzonte per la nautica.
La barca diventa sempre più un modo di vivere il proprio tempo libero e sempre meno un oggetto lussuoso che caratterizza il proprio status sociale.
In questa ottica il porto turistico è chiamato ad un maggiore impegno e ad una sempre maggiore frequenza di utilizzo delle imbarcazioni. Diminuisce la funzione di “Porto garage” aumenta quella di “Porto luogo di frequentazione e svago”.

Marina e salvaguardia del mare: è possibile far coesistere le due cose?

È possibile! Per la nostra rete abbiamo scelto di acquisire e riqualificare Marina esistenti e puntiamo a non consumare altra costa con nuova portualità. Progettare nuovi porti, mentre la domanda nautica muta, sarebbe un errore per la sostenibilità socioeconomica dei porti nuovi e di quelli già esistenti. Consumare altra costa significherebbe diminuire il potenziale attrattivo proprio per i diportisti. Le nostre gestioni puntano a sviluppare tutti i segmenti del servizio (carburanti, energia, rifiuti, etc) che impattano sulla sostenibilità ambientale.

Sarete presenti al Salone nautico di Genova?

Come gli anni passati, saremo senz’altro presenti al Salone nautico di Genova e prenderemo parte agli altri principali eventi del settore come il Cannes Yachting Festival (Settembre 2024), il Southampton Boat Show (Settembre 2024) ed il Boot di Düsseldorf il prossimo Gennaio 2025, oltre ai principali altri eventi nazionali quali in Nauticsud di Napoli, lo SNIM di Brindisi (che si svolgerà ad Ottobre nell’ambito della nostra Marina di Brindisi) ed il Seacily di Palermo (che si svolgerà nella nostra Marina di Balestrate sempre ad Ottobre).

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Tags: Nautica

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