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L’ingorgo di petroliere all’ingresso del Bosforo si sta sbrogliando: lo aveva causato l’avvio dell’embargo UE sul petrolio russo trasportato via mare, accompagnato dal divieto alle compagnie assicuratrici europee di servire anche i carichi diretti a Paesi terzi, nel caso non accettassero il tetto di 60 dollari per barile di greggio proveniente dalla Russia. La coda si era formata a causa dei controlli supplementari richiesti dalla Guardia costiera turca, preoccupata di verificare che il traffico sugli Stretti continuasse ad avere copertura adeguata in caso di incidenti: un confronto tra diplomatici, assicuratori e autorità turche avrebbe trovato la formulazione burocratica giusta per sbloccare l’impasse, permettendo alle navi russe di proseguire il viaggio verso il Canale di Suez. E da lì verso i mercati asiatici. È questa ormai la rotta prevalente: già in ottobre le consegne di petrolio russo all’Europa si erano ridotte a poco più di un quinto del totale. Per Nikita Brokhin, analis...
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