A mancare solo la norma attuativa. La situazione a Livorno dal punto di vista del commissario Gariglio
LIVORNO – È una domanda che ormai ci si fa da qualche anno: quando sarà effettivo il fondo per l’esodo per i lavoratori portuali?
Un tema di cui si è discusso nella serata dedicata ai porti all’interno delle conferenze promosse alla Festa dell’unità nazionale di Livorno, che quest’anno ha deciso di focalizzarsi sulle infrastrutture.
A prendere parte al dibattito vari attori del panorama portuale italiano, da quello politico a quello “operativo”.
Un fon
do, quello per l’esodo dei lavoratori, che attende solo la normativa attuativa, con l’iter già passato all’ok del Mit ma fermo al Mef e al Ministero del lavoro.
Non si conoscono i motivi precisi dell’intoppo di natura tecnica e che si allarga anche al tema del lavoro usurante. La richiesta è che si allarghi la platea di lavoratori a cui estendere il riconoscimento, che aprirebbe però la possibilità anche ad altre categorie.
Una normativa che trova tutto il mondo portuale compatto nel chiedere la sua attuazione e che al momento potrebbe coprire i prossimi anni, si stima con circa 5 milioni di euro.
Nella seconda parte del confronto una parentesi sulla riforma, attesa ormai da anni e ancora bloccata a fianco della nomina della nuova governance delle AdSp.
Con il commissario straordinario dell’AdSp del mar Tirreno settentrionale Davide Gariglio, abbiamo fatto il punto su Livorno.
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