

TRIESTE – Preoccupa la notizia del ritiro delle deleghe al segretario generale Vittorio Torbianelli da parte del commissario dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, Antonio Gurrieri, ha suscitato reazioni immediate e dure. A esprimere forte preoccupazione è Debora Serracchiani, deputata triestina del Partito Democratico, che punta il dito contro quella che definisce una “nuova ondata di lottizzazione politica”.
L’affondo dell’ex presidente Friuli Venezia Giulia
“I partiti ricominciano ad allungare le mani sul porto di Trieste”, ha dichiarato Serracchiani, sottolineando come “sul piano nazionale c’è lo stallo delle nomine, mentre a Trieste arrivano gli ordini di sgombero a dirigenti di provata competenza”. Secondo la parlamentare dem, la logica che avrebbe guidato la decisione non sarebbe tecnica né amministrativa, ma “la spartizione e la fame di posti di una destra vogliosa di rivincita”.
Il caso Torbianelli e l’eredità di Zeno D’Agostino
“Se ne va a quel paese – ha aggiunto – la continuità con l’esperienza di Zeno D’Agostino e la positiva sinergia amministrativa e socioeconomica che si era creata con un presidente indicato dalla politica ma libero di fare le sue scelte e governare un porto strategico per l’Italia”. E conclude con un monito: “Abbiamo dato fiducia all’avvio di Gurrieri, ma non vogliamo rivedere la lottizzazione e il piccolo cabotaggio che hanno bloccato il porto di Trieste in un’epoca che pensavamo chiusa”.
Lo scenario si fa teso in uno degli scali più rilevanti per la strategia marittima italiana, dove la governance portuale sembra tornare terreno di scontro tra politica e istituzioni.
Il commento di Russo
“Quello che sta accadendo sul porto di Trieste è un gioco penoso portato avanti da una Destra incredibilmente arrogante e attaccata a poltrone e potere. A questo punto vorremmo sapere quale ruolo ha il presidente Fedriga, se fosse al corrente del colpo di mano di FdI oppure abbia scientemente barattato l’autonomia e la qualità delle scelte per il territorio, a favore dei propri interessi, ossia liberarsi degli ostacoli per il terzo mandato”.
Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Francesco Russo.
“Sostituire un segretario generale dopo appena una settimana dalla sua nomina soltanto perché sembra che in quella casella Fratelli d’Italia pretenda un suo rappresentante toglie credibilità nazionale e internazionale a uno scalo che faticosamente Zeno D’Agostino aveva riportato al centro della scena. È uno squallido gioco di potere – prosegue il consigliere dem – che si svolge mentre nello scorso mese di Maggio, il totale Teu movimentato dal porto di Trieste è calato del 45,40% rispetto al dato di un anno prima, con un dato ancora più preoccupante in Molo VII che scende addirittura del 63,77%. Se nel frattempo il porto di Fiume cresce del 16% nel primo trimestre 2025, forse chi governa a Roma e in Regione ci eviterà la scusa della congiuntura internazionale e qualche esponente di Centrodestra sarà costretto a prendersi la responsabilità di uno stallo ormai inaccettabile”.
L’unica sintesi possibile, secondo il consigliere è “poltrone, poltrone, poltrone. A Roma, in Regione e in Porto. Non è passato neppure un anno, ma quanto sembrano lontani i tempi in cui Zeno D’Agostino e la sua squadra (scelti dal Centrosinistra per competenza da tutti riconosciuta e non per fedeltà) avevano finalmente cambiato aria nel nostro scalo”.
LEGGI ANCHE:
Condividi l’articolo
Articoli correlati
Potrebbe interessarti
Savona-Genova, firmato il protocollo per la costruzione dei cassoni della diga
Concessioni portuali a Livorno, ribaltata in appello sentenza di assoluzione
Porto di Napoli: il Commissario Annunziata assume i poteri del Comitato di Gestione
RoboGO, la rivoluzione subacquea parte da Trieste
Barcellona riduce i terminal crocieristici: accordo porto-Comune per un turismo più sostenibile
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato su tutte le notizie dal mondo del trasporto e della logistica