PROCIDA – Nella cornice simbolica dell’isola di Procida, che da sempre coniuga fragilità territoriale e vocazione marinara, si tiene la settima edizione del Convegno sul Lavoro Marittimo, quest’anno intitolato “Vivere di Mare – Navigare sulle Nuove Onde del Lavoro”, promosso dal Comitato del Lavoro Marittimo guidato dal Comandante Fabio Pagano.
Due giornate di interventi, testimonianze e confronto operativo, che hanno portato sull’isola amministratori pubblici, armatori, rappresentanti sindacali, formatori e decisori politici, attorno a quattro temi-chiave: la formazione e il recupero delle competenze, la digitalizzazione del libretto di navigazione, il diritto di voto per i marittimi imbarcati, e il nodo della portualità sostenibile al servizio delle isole minori. “Il mare non è un simbolo, è un’infrastruttura. Ma l’Italia continua a trattarlo come un folklore da cartolina. È tempo di ridargli la centralità che gli spetta, e questo significa dare dignità e prospettiva a chi sul mare lavora ogni giorno”, ha dichiarato Pagano in apertura.
Il mestiere del mare tra transizione e crisi di attrattività
Il convegno ha acceso i riflettori su un tema spesso sottotraccia nei dibattiti politici: il progressivo disallineamento tra la domanda di lavoro nel settore marittimo e l’offerta di figure qualificate. Formatori come l’Accademia Italiana della Marina Mercantile e l’IMAT hanno denunciato l’urgenza di rafforzare i percorsi professionalizzanti, renderli più aderenti alle nuove esigenze del comparto (dall’automazione alla sostenibilità ambientale) e più capaci di attrarre giovani italiani, oggi sempre meno orientati verso una vita professionale a bordo. Nel contempo, le compagnie denunciano carenza di ufficiali e tecnici, costi elevati per la formazione interna e un rischio crescente di fuga di competenze verso altri registri di bandiera o Paesi più attrattivi.
Digitalizzazione e diritti: un cantiere ancora aperto
Altro tema sensibile è stato quello della digitalizzazione del libretto di navigazione: una misura già introdotta a livello normativo, ma ancora in fase di rodaggio operativo. Se da un lato la smaterializzazione dei documenti personali rappresenta una semplificazione attesa da anni, dall’altro permane il dubbio che, senza interoperabilità reale tra Capitanerie, enti formativi e compagnie, il cambiamento resti superficiale.
Ancora più delicata la questione del diritto di voto per i marittimi imbarcati, che continua a essere disatteso nella pratica, nonostante sia tecnicamente risolvibile. La richiesta condivisa emersa dal convegno è quella di una norma puntuale, che consenta il voto elettronico o per delega controllata, in linea con quanto già avviene per le forze armate o i cittadini italiani all’estero.
Isole minori come stress test del sistema
Procida, in quanto isola abitata tutto l’anno, ha anche prestato il proprio scenario per affrontare il tema dei collegamenti marittimi con le isole minori, oggi sottoposti a tensioni crescenti tra esigenze industriali, obblighi di servizio pubblico e sostenibilità economica. Amministratori locali e armatori si sono confrontati su modelli ibridi di gestione, incentivi green e nuove tecnologie (in primis il GNL e i carburanti alternativi), ma anche su un punto essenziale: garantire una mobilità marittima stabile e affidabile non è un lusso, ma un diritto costituzionale per le comunità insulari. Ed è anche la condizione minima per sviluppare lavoro, turismo e presenza giovanile sulle isole.
L’appello finale: meno parole, più politiche strutturali
Nella video-intervista rilasciata in esclusiva a Il Messaggero Marittimo e allegata a questo articolo, Fabio Pagano rilancia una richiesta chiara: “Occorre superare la frammentazione istituzionale e dotare il Paese di una regia nazionale delle politiche del mare, capace di affrontare formazione, lavoro, diritti e sviluppo insulare in modo integrato. Basta con il mare evocato nei discorsi e assente nelle leggi.”
Il Convegno lancia un messaggio chiaro: più formazione integrata, un quadro normativo organico sul lavoro marittimo, pieno riconoscimento del diritto di voto per chi è imbarcato e investimenti strutturali per le isole minori.
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