LIVORNO – Una volta in attività, si parla del 2026, quella di Livorno sarà la terza bioraffineria in Italia di Eni, dopo Venezia e Gela.
Una piccola rivoluzione che arriva a 85 anni di storia dello stabilimento e che oggi ha visto la posa della prima pietra del futuro.
I cantieri, già partiti per la parte preparatoria, prenderanno il via vero e proprio una volta che sarà rilasciata l’Autorizzazione Unica e il relativo permesso a costruire, presumibilmente entro la fine di questo mese.
Anche qui sarà utilizzata la tecnologia Ecofining™ che permetterà di recuperare scarti, residui agroalimentari e oli vegetali non in competizione con la filiera alimentare per realizzare biocarburanti HVO per il trasporto su gomma, aereo e anche marino e ferroviario. Questo combustibile può essere utilizzato in purezza in qualsiasi tipo di veicolo assicurando una riduzione delle emissioni di CO2 in tutto il ciclo di vita dal 65 fino addirittura al 90%.
Come ha spiegato ai nostri microfoni, prima il presidente del Consiglio di amministrazione Eni Giuseppe Zafarana e dopo il direttore operativo trasformazioni industriali Giuseppe Ricci, la capacità produttiva arriverà a 500mila tonnellate/anno.
“Livorno -ha detto Zafarana– è una città in cui è nata l’industria energetica italiana e oggi continua ad essere protagonista del futuro cavalcando la transizione energetica in atto”.
Tra gli aspetti messi in risalto la grande capacità di innovazione e di ricerca, con una grande attenzione al sociale tant’è che verranno salvaguardati tutti i livelli occupazionali diretti e indiretti attuali.
“Mi piace sottolineare anche che Livorno diventa protagonista con riguardo al piano Mattei perché la materia prima che sarà utilizzata arriverà almeno in buona parte dai nostri agrihub in Africa”.
“La nuova bioraffineria potrà trattare qualsiasi tipo di carica vegetale proveniente da coltivazioni fatte crescere in terreni degradati non in competizione con la catena alimentare o una larga gamma anche di scarti e rifiuti come gli oli di frittura, i grassi animali e materie prime di scarto della zootecnia o dell’agricoltura” ha spiegato Ricci.
In prospettiva potrà produrre anche il SAF Sustainable Aviation Fuel, che qui a Livorno è stato prodotto per la prima volta in Italia.
A proposito della richiesta di passare all’elettrico fatta dall’Europa, che va in contrasto anche con l’avvio di una nuova bioraffineria, Ricci spiega che : “Premesso che questo totale passaggio verso un unico vettore energetico, l’elettrico, è una follia assoluta perché riduciamo la flessibilità, aumentiamo i costi e rischiamo grossi blackout, questo non tocca comunque l’economia della bioraffineria perché ci sono dei settori dei trasporti, i cosiddetti “hard to abate” come il trasporto pesante su gomma, il trasporto marittimo e quello aereo veramente difficili da elettrificare e solamente questo tipo di trasporto che rappresenta il 50% della domanda energetica per i trasporti possono essere coperti dai biocarburanti”.
“Questo pomeriggio in Giunta regionale si completa di fatto l’iter autorizzatorio dell’intervento” ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, aggiungendo: “Abbiamo all’ordine del giorno la delibera della Regione che, sentiti Comuni e Provincia, sancisce l’intesa sull’Autorizzazione unica statale”.
Il territorio
Come confermato dai vertici Eni il livello occupazionale sarà garantito, fatto di non poco conto dopo tanti punti interrogativi e incertezze, come ha ricordato il sindaco di Livorno Luca Salvetti: “Anni fa si è rischiata addirittura la chiusura con grande apprensione delle famiglie dei lavoratori, poi quattro anni fa si è cominciato a ragionare per trovare un percorso che potesse essere utile a Eni e al territorio ed è stato trovato nella bioraffineria”.
Qui si mette insieme una produzione che ha un mercato, l’esigenza degli occupati di mantenere il proprio posto di lavoro e la necessità di guardare alla sostenibilità ambientale: “Direi che questo passaggio ci consegna un quadro incoraggiante ed è un successo per tutti” ha chiuso Salvetti che insieme al sindaco di Collesalvetti Sara Paoli, ha partecipato stamani alla cerimonia
85 anni di storia
Quella di Livorno fu una delle prime a essere costruite dall’ANIC (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili), costituita nel 1936: gli impianti vennero inaugurati nel Novembre 1938, e avviati alla produzione con 65 mila tonnellate grezzo proveniente dai Balcani. Distrutta completamente durante il secondo conflitto mondiale, venne inaugurata nel 1953 come raffineria STANIC e poi ammodernata più volte. Oggi la Raffineria si sviluppa in un’area di circa 16 ettari, tra Livorno e Collesalvetti ed è collegata via oleodotto con le strutture portuali di Livorno e con il deposito di Calenzano (Firenze).
Le aree dove sono previsti i nuovi impianti della bioraffineria, attendono l’apertura dei cantieri dove verranno costruiti i tre nuovi impianti che produrranno HVO diesel, HVO nafta e bio-GPL da materie prime rinnovabili, mentre verranno mantenuti in marcia la linea di produzione carburanti.
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