Il destino del mondo si gioca sul mare

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ROMA - “Alcuni media dei primi due Paesi, Stati Uniti e Gran Bretagna, impegnati direttamente sul fronte bellico nello stretto di Bab el-Mandeb e nel Mar Rosso, ne parlano apertamente: il destino del mondo, sia dal punto di vista geo-strategico e militare, sia dal punto di vista economico, commerciale, fonti energetiche incluse, si gioca tutto sul mare. E ciò sino all’estrema conseguenza di ipotizzare una Nuova era del potere marittimo”. Con questa premessa si apre l'intervento di Alessandro Santi, presidente della Federazione nazionale degli agenti marittimi (Federagenti), che già da più di due anni sostiene questa tesi. Ma a un fatto per sua veduta così evidente, non corrisponde la capacità di governare questo prepotente ritorno al centro del mare il cui controllo rappresenterebbe lo strumento più efficace per fare pressione con minor impiego di risorse e dispendio di vite umane. “<...
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