ROMA - La riforma dei porti e della logistica sembra proprio non trovar pace. Non c'è bisogno di essere né intenditori, né maghi, né indovini per comprendere che il cammino sarà ancora discretamente lungo e tutt'altro che in discesa. Il neo (sempre meno neo) ministro Delrio, come la stragrande maggioranza dei politici italiani non è addentro a un settore così specifico e particolare come quello logistico e portuale, e, almeno fino ad oggi, le sue dichiarazioni e i suoi interventi sulla materia, non sono andati oltre (lo stesso vale anche per molti altri politici locali e nazionali) alla solita, generica e scontata considerazione che «il rilancio dei porti può portare grossi benefici all'economia nazionale» e poco importa che costoro abbiano scoperto l'acqua calda o, come diciamo in Toscana (l'es...
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