GENOVA – “Per il peculiare universo dei trasporti e della logistica, che da sempre è impegnato per la soluzione dei problemi più importanti ed urgenti che affliggono le società avanzate come la nostra, a cominciare dai costi del gasolio e alle relative accise, a quelli delle assicurazioni, ai tempi di attesa per il carico e lo scarico è giusto ed indispensabile levare alta la propria voce per opporsi alla bene che si faccia sentire sulla scellerata quanto insensata decisione della maggioranza di sinistra del Parlamento europeo con cui si vorrebbe che dal 2035 cessi definitivamente la produzione di auto a combustione interna per fabbricare soltanto auto elettriche.
Gli effetti di tale decisione saranno inevitabilmente negativi e cominceranno a farsi sentire assai prima del termine del 2035, anzitutto per le conseguenze che investiranno branche importanti e trascinanti come la logistica dell’automotive, in cui, nel 1994, si avvertì il primo outsourcing logistico. L’industria dell’auto, che, insieme all’edilizia ha trainato lo sviluppo almeno della seconda metà del secolo scorso, viene definita la fabbrica delle fabbriche poiché alle catene di montaggio arrivano le migliaia di componenti da cui nasce un’auto.
L’auto elettrica, che, oltre a non essere “pulita” come ci vien fatto credere, ha bisogno della metà, se non meno, dei componenti di mezzo convenzionale e la conseguenza più immediata ed evidente – ma non la sola – sarà che centinaia di aziende dell’indotto saranno messe in discussione fino ad entrare in crisi. Ciò determinerà un dimezzamento – ad essere ottimisti – dei volumi di merce da trasportare dando vita a conseguenze che, per la loro sicura gravità, è oggi ben difficile immaginare. L’ottusa e pretestuosa decisione europea può e deve essere respinta con l’intelligente e più realistica proposta di concepire un Piano Marshall europeo capace di avviare un sano e tollerabile rinnovamento del parco circolante più datato favorendone la sostituzione con veicoli euro 6 di ultima generazione.
Questa, non altre, sarebbe una battaglia davvero verde (o green per i patiti dell’anglofonia) che, oltre a contribuire decisamente al rilancio dell’automotive potrebbe accompagnare le società avanzate verso un domani caratterizzato da forme di mobilità veramente a inquinamento zero (oggi ancora utopistiche) senza traumi di cui è difficile prevedere e, sopra tutto, curare gli effetti nefasti. dare un contributo al rilancio del settore automotive. Infine va detto chiaramente – come siamo soliti fare – che oggi i veicoli euro 0,1, 2, 3, 4, 5 in circolazione sono almeno 300 milioni e che, dati i costi assai elevati delle vetture elettriche, sarà ben arduo far sostituire senza un intervento straordinario non ostante il coltello puntato dall’Europa alla gola dei cittadini di basse e medie possibilità che, poi, sono la maggior parte”.
Mino Giachino
Condividi l’articolo
Articoli correlati
Potrebbe interessarti
Ue, ok ai fondi per l’Hydrogen Valley transfrontaliera
La Spezia: Maritime Bunker chiede il rinnovo per il servizio ship to ship
Ti sei già iscritto al nostro nuovo canale WhatsApp?
Eni rinforza le forniture di gas verso Piombino
Novità per il Messaggero Marittimo! Ascolta gli articoli
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato su tutte le notizie dal mondo del trasporto e della logistica