Bruno Lenzi: il ricordo

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LIVORNO – “Le banchine a chi le usa, per il tempo in cui le usa”. Mi capita spesso di ricordare questo principio espresso da Bruno Lenzi in veste di commissario per l’Autorità portuale di Livorno. L’intento era certamente quello di esigere il rispetto dei termini di concessione da certe imprese che, per ragioni diverse, magari ancestrali, godevano (e godono) di spazi che andavano ben al di là delle loro necessità e che “subaffittavano (e subaffittano) realizzando rendite di posizione discutibili, specialmente in tempi di vacche non proprio al massimo del loro peso forma.
“Rimango della convinzione che le concessioni debbano essere sottoposte a revisioni frequenti in nome del sostanziale uso pubblico delle banchine – era solito sostenere – in modo che chi è intenzionato a venire ad operare nel nostro porto possa farlo senza condizionamenti, senza, cioè, avere la sensazione di essere obbligato a passare sotto il giogo di qualche concessionario”.
È difficile non essere d’accordo.

Seguendo di poco a ruota personaggi come Renzo Conti e Nello D’Alesio, anche Bruno Lenzi, che personaggio lo fu indiscutibilmente, è uscito definitivamente di scena a 87 anni circondato dal silenzio di quelli che la sagacia di Renzo Conti soleva definire icasticamente “pestacacche” e dei molti che avevano avuto la ventura di apprezzarne le capacità imprenditoriali, amministrative e, sopra tutto, umane, emerse a tutto tondo anche nella sua appassionata battaglia per ottenere una revisione del processo che lo aveva travolto.
Lenzi, che ormai ha già ottenuto dal tribunale dell’Eterno un giudizio senz’altro più giusto di quello che gli hanno inflitto gli uomini, è e rimane, al di là di tutto e, diremmo, al di là di tutti, una personalità di spicco, sia nell’ambito della categoria di appartenenza, quella degli spedizionieri, di cui raggiunse la vetta come presidente della Fedespedi, che mantenne a lungo, sia come presidente di una Porto di Livorno 2000, che aveva raccolto gracile ai suoi primi passi portandola ad essere una gallina dalle uova d’oro.
Di Bruno Lenzi si disse che era rimasto troppo a lungo al vertice dell’Authority come commissario. Non sta a noi dire se fu un male o un bene, è certo, però, che i fatti andarono così perché la politica locale non riuscì (o non volle) fare di meglio come, del resto conferma la storia stessa dell’Ente nei tempi a lui successivi.

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Tags: Porti

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