Rixi: “Utilizzare i piazzali della darsena Europa appena pronti”

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LIVORNO – “Parlando con il presidente Guerrieri, ho chiesto una rimodulazione del progetto per provare ad utilizzare piazzali e banchine già realizzati, rendendoli agibili e permettendo così di usare la superficie appena asfaltata, senza attendere che l’opera sia finita. Questo nella prospettiva di un mercato globale in cui i traffici stanno cambiando e che vedrà il Mediterraneo accogliere navi feeder con una potenziale crescita di volumi, e il nostro Paese assumerà un ruolo centrale come leader”.

Parole pronunciate dal viceministro Edoardo Rixi riferendosi alla darsena Europa, nel corso del suo intervento al convegno svoltosi il 23 Febbraio scorso a Livorno sull’istituzione di una Zls in Toscana, parole che  ricordano molto da vicino quelle di un Massimo Provinciali, ancora fresco di nomina alla segreteria generale dell’allora Ap livornese, in un’intervista del Maggio del 2012, ma già carico di esperienza ministeriale: “Forse occorrerà concepire un piano che preveda la costruzione della struttura per moduli che siano utilizzabili nell’immediato, senza attendere l’attuazione complessiva dell’opera”.

In effetti, sebbene dunque non nuovissima, l’idea suggerita dal viceministro direttamente ai presidenti dell’AdSp del mTs, Luciano Guerrieri e della Regione, Eugenio Giani, che hanno immediatamente aderito ed approvato, è servita a prendere con decisione il toro per le corna in un contesto generale in cui ogni possibilità ed ogni risorsa deve essere colta e sfruttata al massimo, senza indugio e senza onirici attendismi.

Già, perché non va dimenticato che il velo che ancora avviluppa le prescrizioni impartite in sedi Valutazione di impatto ambientale, in effetti, non è stato ancora completamente squarciato mentre sulla portata e l’entità delle osservazioni e dei precetti ministeriali continuano ad agitarsi congetture e una sorta di discussione….sotterranea.

Va da sé che, comunque la si voglia vedere, che non c’è assolutamente tempo da perdere; lo scalo marittimo di Livorno ha uno stringente bisogno di spazi e aree da destinare, non soltanto a sua maestà il contenitore, ma anche ad ogni altra possibile tipologia di merci e, magari….chissà, anche ad area di stoccaggio per il Tco.
I piazzali, praticamente già pronti, e le superfici ricavate sulla vasca di colmata, una volta adeguatamente pavimentate, offrirebbero (ma preferiamo dire offriranno) qualcosa come circa 70 ettari (70 mila mq) di aree modernamente concepite ed attrezzate. Un vero e proprio toccasana per la competitività e l’operatività del porto livornese.

Quanto alle banchine, invece, tutt’ora in una sorta di limbo che dovrebbe, un giorno..condurre alla gara di appalto, secondo “color che sanno”, non potranno essere pienamente disponibili prima di una ventina d’anni, un tempo che Livorno non può certo permettersi di attendere, nemmeno se si trattasse della metà.

Consideriamo, inoltre, che l’affacciarsi del gruppo Grimaldi sulla scena della darsena Toscana in luogo della Msc ha, almeno in qualche misura, sconvolto o, quanto meno, alterato le prospettive di periodo medio-lungo degli indirizzi portuali labronici e così tornano di prepotente attualità (ed auspicabilità) le indicazioni che il segretario generale dell’AdSp, Matteo Paroli va tracciando e raccomandando da tempo.

In sintesi le risoluzioni da attuare il più presto possibile per accrescere l’attuale operatività del porto livornese, secondo Paroli consisterebbero sostanzialmente nell’ampliare il canale di accesso alla darsena Toscana, mediante il riprofilamento della banchina sul lato della torre del Marzocco e nel resecare la testata della calata Tripoli, due interventi realizzabili in tempi ragionevoli che già consentirebbero l’accesso alla darsena Toscana alle grandi portacontenitori di 330/340 metri larghe  quasi 60 che, con l’intervento sulla Tripoli, potrebbero compiere con maggiore agio e sicurezza tutte le manovre e le evoluzioni necessarie.

Per Livorno, pensar di ricevere navi di portata superiore ai 12, 14 o, addirittura 16 mila TEUs, rimane un esercizio puramente onirico, ma creare  le condizioni di poter lavorare anche fino a limiti di quella portata è un obiettivo possibile e permetterebbe allo scalo di non scivolare fuori mercato e di conseguire risultati certamente più che interessanti, almeno per prossimi lustri.

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Tags: Porti

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