Sfiducia a Bonafede: i timori di Renzi

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LIVORNO - “Tanto è ladro – soleva dire mia nonna – chi va a rubare che chi gli para (regge) il sacco”. Un’espressione di saggezza semplice ed immediata che non ammette interpretazioni e che non ho potuto fare a meno di ricordare ascoltando la dichiarazione di voto pronunciata da Matteo Renzi in Stalia enato per respingere le due mozioni di sfiducia verso il ministro della Giustizia (la Grazia è scomparsa da tempo), Alfonso Bonafede. Si, perché in soldoni, senza neppure troppe acrobazie dialettiche, Renzi, concordando sulle piene ragioni e sulla fondatezza delle accuse mosse separatamente da Emma Bonino e dal Centrodestra, riconosceva in modo esplicito tutte le colpe e le responsabilità di cui quel novello sacerdote della giustizia si sarebbe macchiato. La (male intesa) ragion di stato invocata dallo “statista” di Rignano sull’Arno – è bene precisare – altro non è se non il ragionevole timore che le probabili elezioni conseguenti  a un voto anti Bo...
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Tags: Politica

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