ROMA - «I lavoratori si esprimeranno liberamente, ma anche spero consapevolmente, avendo dunque chiara qual è l'alternativa in caso di un voto negativo». Così, intervistato dal Messaggero, il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, parlando del referendum, attraverso il quale i dipendenti di Alitalia dovranno esprimersi sull'accordo siglato tra azienda e sindacati. «Di più non si poteva fare. Per Alitalia questa è davvero l'ultima chiamata».
La strada della nazionalizzazione «non esiste», dice il ministro: «Se dovesse prevalere il no ci sarebbe solo un brevissimo periodo di amministrazione straordinaria, circa 6 mesi, e poi l'accompagnamento verso la liquidazione della compagnia. Anche perché nessun altro investitore si presenterebbe dopo una bocciatura dell'accordo. La nazionalizzazione è impossibile perché ci sono delle regole europee da rispettare e perché è...
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