GENOVA - Ogni giorno cinque marittimi del diporto italiani lasciano l'Italia per andare a lavorare all'estero a causa della penalizzante normativa italiana. La denuncia è di Ucina Confindustria Nautica che ha sollevato la questione nel corso di un incontro con i vertici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
I marittimi del diporto, spiega una nota, trovano sempre maggiore difficoltà a vedere rinnovati i loro certificati di competenza. L'Italia, infatti, ha adottato norme di recepimento della Convenzione internazionale Stcw che regola la materia, ben più restrittive di quelle di altri Paesi europei, il che ha determinato una fuga di lavoratori verso l'estero, in particolare la Gran Bretagna.
«Un comandante italiano molto spesso si traduce in un equipaggio italiano, nella scelta di un porto base e di un cantiere di manutenzione nazionali - ha detto Carla Demaria presidente di Ucina Confindustria Nautica - decidendo di essere pi&u...
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