Msc a Livorno: la trattativa non è chiusa

LIVORNO – “Si tratta di una vicenda delicata e riservata tra i diretti interessati, ma quello che è emerso è che la trattativa non sia del tutto chiusa, ma riprenderà prendendo in considerazione dinamiche che non erano state analizzate fin da subito”. Matteo Paroli, segretario generale dell’Autorità di Sistema portuale del mar Tirreno settentrionale commenta così la vicenda Msc-Tdt dopo l’annuncio all’inizio di Agosto del ritiro della notifica dell’operazione di concentrazione da parte del gruppo di Aponte.

A margine dell’incontro sul lavoro portuale organizzato dal Pd a Livorno, Paroli spiega come a suo parere la normativa che regola oggi i porti italiani, del 1994, possa aver effettivamente bisogno di qualche revisione, normativa “complessa ma mirata a un sistema complesso che in questi anni si è modificato portandosi dietro nuove esigenze”.
“Per cambiare destinazione a una banchina, è necessario un anno, un anno e mezzo e questo non risponde più ad esempio alla tempestività che oggi viene richiesta alle AdSp, che nel frattempo sono diventate enti pubblici non economici a ordinamento ordinario.”
Un aggiornamento che per il segretario generale dovrebbe essere oculato e attento e che in qualche modo potrebbe ispirarsi come ha detto il viceministro Rixi al modello spagnolo, “ipotesi tra le più ragionevoli da approfondire che individua soprattutto una figura di coordinamento nazionale lasciando più o meno il contesto attuale delle AdSp”.

All’interno di questa possibile riforma, deve trovare spazio anche il lavoro portuale: “A proposito di esodo e prepensionamento oggi esisterebbe il Fondo incentivo pensione ma non è operativo perchè manca il decreto attuativo”.
Sarebbe importante approfondire questo aspetto perchè il lavoro portuale è per sua natura usurante e richiederebbe un turn over per permettere a chi abbia una inabilità di poterlo lasciare.
“Non abbiamo strumenti ad esempio per chi, anche giovane, si trovi in una situazione di inabilità anche temporanea. Dobbiamo lavorare sul tema non per incentivare il pensionamento ma per aiutare l’esodo di chi non può più fare questo tipo di lavoro”.
A livello economico una cosa del genere ad oggi ricadrebbe sulla sola AdSp, che comunque anche avendo le disponibilità, si trova spesso a non poter agire. “Potremmo iniziare a ragionare su questo senza dimenticare che anche i terminalisti e le imprese art. 16 possano partecipare a un contributo che possa così facilitare l’esodo”.

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Tags: Porti

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